336 nuovi positivi è il record fatto registrare nella provincia di Prato domenica 8 novembre. Quanto basta, insieme all'evidenza che gli ospedali dell'Asl Toscana Centro hanno praticamente raggiunto la saturazione, per impaurire più o meno tutti i sindaci della Provincia e farli esporre con un'esplicita richiesta di misure più restrittive.

Come dicevano i nostri nonni, si prova a chiudere la stalla quando i buoi sono ormai scappati. O, meglio, si prova a chiedere di chiudere la stalla, perché le comunicazioni inviate a chi vuol leggerle su Facebook nel tardo pomeriggio e nella serata di ieri sono rivolte inevitabilmente al presidente della Regione Giani.

È il sindaco di Prato Matteo Biffoni a guidare la carica con il lungo post dedicato ai soli aficionados di Facebook delle 19,35.
"Temo che non ci sia il tempo di aspettare i nuovi posti letto se non pieghiamo la curva dei contagi, perché tutti gli ospedali della Asl Toscana Centro sono in estrema difficoltà. Perciò, a mio modo di vedere, appare inevitabile l'applicazione di misure più restrittive sul territorio toscano, almeno nell'area metropolitana. Mi spiace dirlo ma mi sembra proprio che senza provvedimenti adeguati non arresteremo la diffusione del contagio. E sono altrettanto convinto che deve esserci uniformità tra territori limitrofi, perché nessuna azione a livello comunale avrebbe sufficiente efficacia: porterò queste mie considerazioni e queste richieste all'Unità di crisi Covid convocata permanentemente in Regione".

Gli fa eco poco dopo (20,23) il sindaco di Montemurlo Simone Calamai dalla fanpage comunale, seguito poi da un comunicato ai giornali.
"È necessario prevedere misure più stringenti per bloccare la diffusione del contagio. È un dovere garantire la salute di tutti e ritengo necessario che a breve possano essere adottate ulteriori restrizioni nel nostro territorio, restrizioni che devono riguardare anche in maniera uniforme i territori limitrofi per fermare l'escalation di contagi. Domani avrò ulteriori contatti con gli altri sindaci della provincia e dell'area pistoiese a noi vicini per prendere decisioni in merito".

E poi, a ruota, ecco Edoardo Prestanti (Carmignano) con un'analisi sulle possibili soluzioni della situazione via Facebook: "In primo luogo deve esserci uniformità tra territori limitrofi, perché nessuna azione a livello comunale avrebbe sufficiente efficacia per arginare un problema che non ha confini comunali. Fondamentale coinvolgere Regione Toscana e Asl, sono loro ad avere gli strumenti necessari per capire la portata delle criticità e intervenire in modo proporzionale alla gravità della situazione. Le strade sono due, o c’è la capacità di aumentare in tempi rapidi i posti letto Covid e i posti in terapia intensiva, oppure si deve prevedere ulteriori e urgenti misure restrittive per arginare il contagio. Determinante resta potenziare la medicina del territorio, se vogliamo riportare sotto controllo il tracciamento dei casi, dobbiamo aumentare le risorse umane e materiali di Asl sul territorio. Domani si riunirà l'Unità di crisi convocata permanentemente in Regione, e poi assieme a tutti i sindaci pratesi faremo il punto della situazione".

Infine, dalla vallata, arrivano dopo le 21 le comunicazioni del sindaco di Cantagallo Guglielmo Bongiorno e quelle, tramite la fanpage comunale, del sindaco di Vernio Giovanni Morganti. Sono uguali: "È fondamentale ora invertire la curva dei contagi, perché tutti gli ospedali della Toscana sono in grande difficoltà. Domani con tutti i sindaci della Provincia ci confronteremo per valutare se sia il caso di prevedere misure più restrittive sul territorio. Ora la priorità diventa arrestare la diffusione del contagio, attraverso provvedimenti uniformi tra territori limitrofi".

Prato non è la sola e nemmeno la prima a chiedere misure più restrittive. Il 7 novembre erano stati infatti i sindaci dell'Empolese Valdelsa a chiedere esplicitamente al presidente Giani "misure più rigide, drastiche", in pratica una "zona rossa", e a chiedere considerazione per la drammatica situazione degli ospedali della zona. Il presidente della Regione ha risposto che decisioni del genere non sono di sua compentenza ma del ministro Speranza.

Chissà cosa risponderà ai sindaci pratesi.

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