Perché una donna sente sempre di dover scegliere tra lavoro e famiglia, tra la realizzazione personale e una vita affettiva appagante? Non ha dovuto farlo Daniela Daniele, 44 anni, che ha rivoluzionato la propria vita, per scelta, senza subire nessuna imposizione. Dagli uffici londinesi di una multinazionale alle verdi colline di Carmignano, per lei il salto è stato breve: non ci ha pensato molto, ha mollato tutto ed ha iniziato la sua avventura. «Volevo essere una donna che lavora, ma non volevo rinunciare al piacere di crescere le mie figlie, volevo esserci sempre per loro: non ho rimpianti, ma realizzare il mio progetto e conciliare tutto richiede tante energie».
Una magia che non riesce a tutte le donne, che troppo spesso devono fare i salti mortali tra mille impegni e altrettanti sensi di colpa. Il segreto di Daniela? Aver usato nella sua nuova vita tutte le competenze acquisite in quella precedente: questo ha permesso alla sua azienda agricola, Puro Carmignano, di diventare un successo.
Subito dopo la laurea in economia, Daniela ha iniziato a lavorare in un’azienda di Empoli, all’ufficio controllo di gestione. L’azienda, che operava nel turismo, in pochi anni ha registrato una crescita incredibile, trasferendosi prima a Roma e poi a Londra, dopo l’acquisizione da parte di Expedia.
«A 35 anni, dopo 7 anni di matrimonio e tanto impegno nel lavoro, mi sono resa conto che volevo allargare la famiglia: lavoravo a Londra dal lunedì al venerdì e poi tornavo il weekend a casa, non era un ritmo di vita che avrei potuto sostenere con un figlio», racconta Daniela.
È arrivata la prima figlia, Teresa, che oggi ha 9 anni e Daniela ha deciso di mollare il lavoro e di cambiare vita. Poi è arrivata anche Marta, che ha 5 anni, ma ormai lei aveva già preso la sua strada. «I miei suoceri avevano un terreno di 10 ettari a Carmignano con 900 olivi che praticamente non usavano e ho subito pensato che volevo metterlo a frutto. Di agricoltura non sapevo niente e allora ho reagito nell’unico modo che conosco: mi sono messa a studiare», continua. È iniziata così la sua avventura. Quasi per caso, come molte delle cose che accadono nella vita, si è imbattuta in un corso per apicoltori in partenza. «A Carmignano si fa il vino, l’olio, ma nessuno faceva il miele e ho immaginato che poteva essere una buona idea. Non sapevo niente di api e non avrei immaginato che mi sarei appassionata. Ma dovevo iniziare da qualche parte e ho seguito questo corso per 6 mesi, ho iniziato ad allevare la mia prima cassetta di api. Sono animali straordinari, sono rimasta affascinata da questo mondo».
Oggi Daniela ha 40 cassette di api e non sono solo sue: grazie ad un progetto attivato con le scuole elementari, alcune delle cassette sono state adottate da alcune classi di bambini di Prato e di Carmignano, che grazie a questa iniziativa hanno l’opportunità di studiare l’alveare ed entrare in contatto con questi animali e con il resto del podere di Daniela, attraversato dai condotti medicei che portavano l’acqua alle vigne. Una grande conoscenza del territorio e di questi animali, permette a Daniela di fare un prodotto unico, che non prevede sfruttamento intensivo: le sue api sono stanziali, non praticano il nomadismo. Quest’ultima è una pratica usata da diversi produttori che permette di intensificare la produzione di miele. Ed è raccontandolo che Daniela dimostra quanto a lungo ha studiato per diventare un’apicoltrice consapevole. «Una cassetta stanziale di api produce 20 kg di miele, con il nomadismo si può arrivare anche a 80 kg. Ma con il nomadismo l’ape regina vive due anni, mentre con lo stanziale vive 5 anni. È questa pratica di sfruttamento che rende il miele un prodotto poco gradito ai vegani ed è da questo modo di produrre che io prendo le distanze. Ognuno deve dare quello che può, e non vale solo con le api».
Puro Carmignano produce anche marmellate, confetture, fichi secchi, che vengono prodotti nel piccolo laboratorio dove Daniela sperimenta nuove ricette. Anche queste frutto di studio: grazie alla curiosità e a una buona di determinazione ha ritrovato la ricetta di un antico condimento che in passato per la Toscana era il corrispettivo dell’aceto balsamico. Si chiama Agresto e oggi viene prodotto dall’azienda e venduto in tutta Europa. Perché i clienti dell’azienda vengono da tutta Europa, grazie a una strategia promozionale che fa leva più sul passaparola che sui social. È grazie al passaparola che Daniela ha fatto adottare 120 olivi a persone provenienti da tutta Europa, soprattutto scandinavi. Una formula semplice ma che si è dimostrata vincente. Praticamente il cliente può scegliere di adottare un olivo: riceve un litro d’olio, una pergamena con l’adozione, la foto dell’olivo geolocalizzata e soprattutto una targa in legno che viene appoggiata di fronte alla pianta. Un messaggio di sostenibilità che il pubblico straniero ha molto apprezzato: ci sono famiglie che colgono l’occasione per fare una gita a Carmignano e visitare la propria pianta. Daniela li accoglie, e organizza per loro cene, visite, si occupa della loro sistemazione.
Un’esperienza indimenticabile nel cuore della Toscana. «Vorrei occuparmi di più del marketing e della comunicazione, ma non ho tempo. Sono una “prima donna”, ho provato ad avvicinare qualche collaboratore, ma non è semplice lavorare con me. Questo è il mio regno». Nella sua azienda i ritmi di lavoro li decide lei e coincidono con quello che ha voglia di fare. Rinunciare a un contratto a tempo indeterminato e gettarsi in questa avventura ha richiesto una buona dose di coraggio, anche perché in agricoltura non basta essere bravi: nel 2017 la siccità ha drasticamente ridotto la produzione sia di olio che di miele, ma il 2018 è stato un anno buono.
«Per me precarietà è sinonimo di libertà, in questa fase della mia vita: volevo seguire le mie figlie, volevo avere il tempo di coltivare le mie passioni. Sono stata fortunata, perché ho avuto la possibilità di usare questo terreno. Ma per arrivare dove sono ci ho dovuto mettere molto impegno». E anche una buona dose di grinta, perché Daniela non è una donna che si perde in chiacchiere, mira all’essenzialità. Nessuno sfruttamento intensivo del territorio, nessuno stress eccessivo per la sua vita e per la sua famiglia: la sua filosofia è tutta racchiusa qui, in questa collina, dove le api si stanno svegliando dal letargo.