In un articolo pubblicato da Tv Prato il 14 aprile, il coordinatore pratese di Azione Corrado Malacarne denunciava Prato come la provincia dove erano stati fatti meno vaccini in Toscana in rapporto alla popolazione.

La Asl Toscana Centro risponde dicendo che la percentuale di pratesi che hanno effettuato la vaccinazione è di poco superiore al 17% e che è un dato in linea con i valori regionali.

Per arrivare a comprendere questo dato bisogna tenere di conto di alcuni fattori, dice l'azienda sanitaria, che finalmente snocciola anche un po' di numeri.

"Nella fascia di età tra i 18 e i 65 anni hanno avuto diritto al vaccino solo le categorie del personale scolastico e universitario docente e non docente purchè in servizio, Forze dell’Ordine e personale degli Uffici Giudiziari. Queste categorie da un mese non trovano ulteriore spazio sul portale regionale per accedere alla prenotazione".

"Stanno procedendo le vaccinazioni degli over 80 con una adesione quasi totale dei residenti, attraverso le somministrazioni effettuate dai medici di medicina generale - continua la Asl - La zona pratese risulta aver vaccinato il 69,66% in prima dose e il 29,88% in seconda dose. Il dato del solo Comune di Prato è migliore, pari rispettivamente a 69,39% e 39,46%. In entrambe i casi sopra la percentuale media della AUSL Toscana centro, che registra il 67,48% e il 27,66%". E continuano anche le vaccinazioni dei soggetti estremamente vulnerabili di ogni età (pazienti oncologici, cardiopatici, immunodeficienti, trapiantati, portatori di gravi malattie del sistema nervoso, diabetici).

"La popolazione nella fascia di età da 18 ai 70 anni al momento non può accedere alla vaccinazione a causa della quantità limitata di dosi vaccinali messa a disposizione dal Ministero della Salute, ricorda la Asl, che poi rammenta un dato da tenere sempre in considerazione quando si parla di Prato: l'età media più bassa di tutta la Regione.  

"L’età media della popolazione della Provincia di Prato è di 44,6 anni. A questo dato assoluto, che risulta inferiore alla media regionale, va aggiunto un ulteriore elemento che riguarda la popolazione cinese a Prato, particolarmente giovane - spiega l'azienda sanitaria - Pertanto una percentuale molto consistente di popolazione, al momento, non ha potuto effettuare la prenotazione del vaccino. Da considerare anche che la fascia di età da 0 a 18 anni non ha accesso alla vaccinazione".

"Tutti questi elementi, in una analisi più attenta e ragionata - conclude  la Asl portano il dato percentuale dei cittadini pratesi che hanno effettuato la vaccinazione fino ad oggi, poco superiore al 17%".

Il sindaco Biffoni dice basta alle polemiche

Nel pomeriggio del 15 aprile anche il sindaco Biffoni è intervenuto sull'argomento, chiedendo di mettere fine alle polemiche e di concentrarci invece su come migliorare il sistema di prenotazione che continua ad apparire inadeguato.

«Basta alimentare il caos in una situazione già troppo piena di messaggi contraddittori e di confusione generale - ha detto il sindaco di Prato - è inaccettabile lanciare messaggi populisti senza leggere in modo corretto i dati sulle vaccinazioni. La Regione e la Asl mi hanno sempre garantito una distribuzione equa in base al numero di abitanti in relazione alla fascia di età e la nota della Asl lo chiarisce: qualsiasi altra impostazione sarebbe ovviamente inaccettabile. È chiaro che siccome Prato è una città con un'età molto più bassa della media regionale e avendo ad oggi vaccinato soprattutto la classe di età più anziana, il rapporto della percentuale di vaccinati sul totale dei residenti è fuorviante».

«Sulla campagna vaccinale i problemi sono altri, a partire da un sistema di prenotazione che va modificato perché inefficace - ha aggiunto Biffoni - anche ieri si è assistito praticamente a un click day con 15mila vaccini messi a disposizione e prenotazioni per gli over 70 andati via in meno di un'ora. Questo è un sistema che poteva andare bene all'inizio, ma ora non più sostenibile. Adesso comunque non è il momento delle polemiche, ci sarà modo di capire cosa sia successo, quello che però deve avvenire subito è un cambio di passo: più vaccini e un sistema meno farraginoso, magari coinvolgendo la medicina generale con una chiamata diretta dei pazienti da parte del proprio medico di famiglia».  

A preoccupare, semmai, è l'assenza totale di prospettiva sulla vaccinazione dei più giovani perché, dice il sindaco, «A oggi nessuno ci sa dire con cosa e quando verranno vaccinate le persone con meno di 60 anni. Praticamente tutti i lavoratori di questa città non sanno quando avranno la dose di vaccino. Questo è il vero problema».

«Sul cambio di colore o meno decide il Presidente di Regione - conclude infine Biffoni -  Lui ha i dati sui contagi, i ricoveri, le terapie intensive, i vaccini: ha tutti gli elementi per fare la valutazione che ritiene più giusta. L'annuncio di cambio colore il sabato alle 14 ha certamente creato aspettative e un po' di confusione. Personalmente so bene quale sia il valore del lavoro, comprendo perfettamente le richieste delle categorie economiche e sarà nostra cura farsene carico, ma ritengo doveroso ponderare bene ogni decisione davanti a dati che non sono rassicuranti. Quando ci sarà l'allentamento è bene che sia definitivo, con dati che lo consentano, non un'altalena di colori inutile e dannosa per tutti».

Foto anteprima: screenshot Youtube

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