Michele è un fascista, non ha timore ad ammetterlo: fascista e pratese, “pratese da sette generazioni, vengo da San Giusto”. Il suo mondo è semplice e si può riassumere in queste semplici parole: gli italiani sono stati dimenticati da chi ci ha governato e ci governa  e “io tra te italiano che mi chiedi aiuto e uno del Congo, aiuto prima te e poi - se avanza - lui. Prima gli italiani, prima sempre quelli uguali a me”.

Michele ha una t-shirt degli ultras della Lazio: sul retro c’è scritto “Osare, credere, spavaldi di essere” con una grande aquila romana a corredo. Aveva l’abbonamento e andava a tifare per quella squadra allo stadio fino a qualche anno fa.  Lo trovo da solo ad aspettare in viale Galilei il corteo di Forza Nuova a Prato fin dall’ora di pranzo (il corteo era fissato per le 15). Va avanti e indietro con l’auricolare all’orecchio, lo avvicino però solo intorno alle 15,30 per avere informazioni sui suoi camerati, come amano nostalgicamente chiamarsi tra di loro, di cui non si vede la minima traccia. “Devi sentire quel fenomeno che hai alle tue spalle” mi dice indicando il candidato sindaco di Prato del partito Massimo Nigro. “Anzi, andiamoglielo a chiedere insieme” continua: Nigro ci rassicura - come se entrambi ne sentissimo il bisogno - e ci dice che nel giro di pochi minuti la piazza sarebbe stata piena di persone.

“Non le sanno organizzare queste cose questi fenomeni”, mi commenta deluso Michele scuotendo la testa.  Vedendolo molto critico gli chiedo se lui è di Forza Nuova o è solo li di passaggio: “io sono di destra, ho 65 anni e ho militato per una vita nel MSI - Movimento Sociale Italiano, Destra Nazionale -, oggi più che altro simpatizzo, ma non le sanno più fare queste cose” ribadisce.  Mi dice, come fosse scontato, il solito ritornello a commento di tutte le polemiche che questa manifestazione ha suscitato in città: “Mussolini ha fatto delle grandi cose per noi italiani, anche se a un certo punto ha pisciato fuori dal vaso. Te dimmi cosa hanno fatto i comunisti a parte ammazzare la gente?” E' semplice il suo pensiero, ridotto all’osso nel suo storico revisionismo.

L'ho rivisto poco più tardi a lato del piccolo corteo non autorizzato che arrivava in piazza a braccio teso salutare come si faceva "quando c'era lui".

Per chi voti oggi Michele? “Non si può disperdere il voto, abbiamo bisogno di una destra forte e necessariamente in grado di governare da sola”. E con questa frase esclude da solo la forza politica per cui è sceso in piazza a manifestare e per la quale ha atteso un corteo per più di quattro ore, che alle ultime elezioni nazionali non è riuscito a prendere l’1%. E allora? “E allora - ammette rassegnato - voto Salvini”.

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