Positivi quasi quintuplicati in un mese, sistema di tracciamento che perde efficacia e incremento dei ricoveri "quasi esponenziale". Questa la situazione in Toscana oggi, 17 ottobre, secondo un rapporto dell'azienda sanitaria regionale (Ars) dal titolo emblematico "I numeri salgono. Attenzione al carico ospedaliero. Qualche suggerimento per governare la seconda ondata cercando di evitare la sindrome del "ve l'avevamo detto".
Nel rapporto del 5 ottobre scorso, l'Ars parlava di "crescita attesa" dei casi e di un'allerta per i numeri che cominciavano a salire. Il rapporto teneva conto dei primissimi giorni di ottobre mentre la vera impennata dei casi in Toscana e in Italia è cominciata subito dopo. Oggi l'Ars prende dati dell'ultimo mese, li mette in fila e dice alcune cose molto serie da fare subito: aumentare i tamponi giornalieri, preparare gli ospedali, pensare a chiusure localizzate.
La situazione
Nell'ultimo mese, dice Ars, i positivi sono quintuplicati ma soprattutto è il rapporto tra positivi e soggetti testati al giorno (tamponi di controllo esclusi ndr) a far preoccupare. In questo rapporto, quando la percentuale dei positivi è compreso tra il 5 e il 10 per cento, dice Ars, si può ipotizzare che "non si stia più riuscendo a tracciare in modo efficace i contatti dei casi positivi e ci si stia concentrando maggiormente su chi ha sintomi, senza raggiungere le persone asintomatiche, che potenzialmente possono alimentare il contagio. Questo rapporto è arrivato oramai oltre l’8% per la Toscana ed oltre il 10% per l’Italia nella giornata di ieri (venerdì 16 ottobre ndr).
- Ma c'è anche difficoltà ad elaborare i dati da parte degli operatori (gli stessi che fanno i tamponi) perché la stessa Agenzia regionale di sanità dice che sono 2.500 i "i casi mancanti, rispetto a quelli comunicati alla Protezione Civile, nel database della piattaforma casi messa a disposizione dall’Istituto Superiore di Sanità ed alimentata quotidianamente dagli operatori dei Dipartimenti di Prevenzione delle tre Asl toscane".
- La seconda ondata si differenzia dalla prima per intensità e per diffusione geografica. La prima ondata non ha mai raggiunto i numeri della seconda e si è concentrata soprattutto al nord della Toscana e poi al centro. Negli ultimi giorni la diffusione del coronavirus è "meno sensibile alla densità demografica (maggiore presenza dei casi dove ci sono più abitanti)". A Prato, giusto per fare un esempio, al 16 ottobre, la variazione percentuale dei positivi negli ultimi 14 giorni rispetto ai 14 precedenti ha visto un incremento del 315%. Nel pistoiese del 411%. Nella valle del Serchio del 618%.
- Tra il 15 settembre e il 15 ottobre i positivi in età scolare sono stati 939, ovvero il 12% del totale. (non sono per forza positivi di ambito scolastico)
- Nonostante i problemi con i dati degli ultimi giorni, Ars conferma che la percentuale di asintomatici e pauci-sintomatici si attesta stabilmente su l'85% del totale.
- La nota meno negativa è quella legata ai decessi e alla letalità (percentuale dei deceduti sui casi positivi), che "continua a scendere molto repentinamente, fortemente influenzata dall’emersione di un numero consistente dei casi - si legge nel rapporto - Ovviamente ricordiamo che la stima dei contagiati è molto approssimativa, per il numero di asintomatici non tracciati, la letalità reale è, quindi, sicuramente ancora più bassa".
Ricoveri quasi esponenziali, meno quelli in TI
È la nota più dolente del rapporto, e anche quella più preoccupante: il saldo tra nuovi ricoveri e dimissioni non promette niente di buono. Nell'aprile scorso il picco fu di 1.500 ricoverati e 300 in terapia intensiva.
- "Negli ultimi giorni stiamo assistendo, con circa 10 giorni di scostamento rispetto all’emersione dei casi, ad un incremento quasi esponenziale anche dei ricoverati - scrive Ars - Nelle ultime 4 settimane i ricoveri Covid si sono triplicati: sono 359 le persone attualmente ricoverate nei reparti Covid, erano 170 una settimana fa e 111 quattro settimane fa. Nello stesso periodo le terapie intensive sono passate da 24 ricoverati a 30, fino ai 51 attuali, l’incremento in questo caso è meno repentino".
- L'età media dei ricoverati è tornata ad essere 64 anni.
Cosa fare di corsa
- "Agire immediatamente sul tracciamento portando la nostra capacità di effettuare i tamponi verso i 20.000 al giorno - scrive Ars - A questo potrà contribuire sia il dimezzamento previsto dalla circolare del ministero della salute che ha portato ad un solo tampone di controllo la verifica della negatività, sia l’immediato inserimento dei test rapidi con utilizzo in comunità omogenee come scuola, RSA, carceri ed operatori sanitari".
- "Ipotizzare forme di lock down locale su singoli o gruppi di comuni che stanno vivendo adesso maggiormente la recrudescenza dell’infezione".
- "Riorganizzare prontamente reparti e percorsi Covid all’interno dell’ospedale perché l’andamento della curva dei ricoveri degli ultimi giorni fa intravedere una veloce escalation di occupazione degli ospedali". Questo potrà essere fatto anche attraverso l’implementazione di strutture a bassa intensità per la cura di chi presenta sintomi Covid lievi, ma non ha un luogo sicuro dove effettuare isolamento domiciliare, o utilizzati come fine del percorso di cura ospedaliero degli stati clinici più gravi.
Il rapporto completo di Ars.