L’Italia riapre tutto senza avere un’idea precisa degli effetti della parziale riapertura del 4 maggio sull’andamento dell’epidemia.

Lo dice anche l’agenzia di sanità regionale (Ars) nel report settimanale sull’andamento dei contagi in Toscana, dove viene spiegato che il giorno giusto per cominciare a capirci qualcosa sarà martedì 19 maggio.

Probabilmente a partire da martedì 19 maggio – si legge nella nota –  ci stiamo avvicinando al momento in cui cominceremo a valutare se la riapertura di alcuni settori economici e produttivi e la maggiore circolazione sul territorio della popolazione all’interno dei confini della nostra regione avranno o meno determinato un impatto sull’andamento dell’epidemia.

La seconda settimana della Fase 2 sembra chiudersi in modo positivo per la Toscana.  Dice Ars:

  • la numerosità dei nuovi casi è stata stabilmente in media di 25 persone
  • Rispetto alla media dell’ultima settimana di marzo, data dalla quale si stima che le misure di distanziamento sociale abbiano avuto un loro effetto, vi è stata una diminuzione di nuovi casi dell’91% (rispetto alla media italiana del -79%, Lombardia -66%, Piemonte -71%, Veneto -75%)
  • L’indice di contagiosità R0 in Toscana è stabilmente sotto 1 da circa un mese.
  • Le guarigioni, soprattutto quelle virali, crescono a grande velocità e rappresentano ormai oltre la metà dei casi totali: questo è il dato che maggiormente si evidenza. Fortunatamente, in queste ultime settimane, l’aumento dalla fine di marzo è 10 volte superiore alla media italiana.
  • Il dato dei ricoveri continua ad essere fortemente positivo. Rispetto all’ultima settimana di marzo, il numero di ricoverati totali è diminuito del 74% rispetto al 55% della media italiana.
  • Il dato sui deceduti è quello che rimane ancora piuttosto stabile, diminuisce meno velocemente rispetto alla media italiana: stiamo ancora osservando le conseguenze di una parte dei casi emersi durante la terza settimana di aprile, che avevano presentato condizioni cliniche gravi. Questi soggetti spesso hanno degenze molto lunghe, a testimonianza del fatto che, pur non avendo individuato cure e trattamenti farmacologici specifici per il virus, l’effetto combinato di farmaci utilizzati per la cura di altre malattie sta spesso aumentando la degenza anche di coloro che partono con un particolare svantaggio di salute. In termini di letalità (deceduti/ casi totali), la Toscana si posiziona come la regione con la più bassa letalità rispetto a tutte le altre regioni a grande e media diffusione del virus

“Da più parti si legge come la diminuzione dei casi possa essere legata a una supposta minore carica virale del virus – precisa Ars – non c’è alcuna evidenza scientifica che suffraghi questa affermazione. L’analisi dei nuovi casi delle ultime due settimane, in riferimento alla loro composizione socio-anagrafica, alle condizioni del loro dello stato clinico e del luogo di contagio al momento dell’effettuazione del tampone, sta nettamente cambiando tanto da farci affermare che, se il virus non è meno “forte”, sicuramente sta circolando meno nella popolazione”.

Cambia la composizione dei nuovi contagiati

Il virus circola meno nella popolazione e “la composizione per classe d’età e genere sta progressivamente cambiando nelle ultime due settimane – continua la nota –  Dopo settimane in cui il genere femminile era maggiormente rappresentato, nell’ultima settimana la maggioranza dei casi torna a concentrarsi nel genere maschile. Anche l’età media dei nuovi casi, che era stata stabilmente intorno ai 60 anni per entrambi i generi, scende intorno ai 50 anni nelle ultime due settimane. Questo sembra essere l’effetto del cambiamento dei luoghi di contagio: dopo settimane si riaffacciano i luoghi familiari e quelli legati al lavoro ed al tempo libero, oltre a quelli frequentati dalla categoria degli operatori sanitari, che continuano ad essere sottoposti alla campagna di test sierologici.

“L’effetto finale del cambiamento nel tempo della composizione per età, genere e – parzialmente – luogo di contagio produce quindi un cambiamento nello stato clinico dei soggetti al momento del tampone: oramai nelle ultime tre settimane gli asintomatici e i pauci sintomatici arrivano all’80% dei nuovi casi”.

“Stiamo ottenendo ottimi risultati grazie al corretto comportamento di tutti e questo sforzo non deve essere vanificato – afferma Fabio Voller, coordinatore dell’Osservatorio di Epidemiologiadell’ Ars -. Considerati il periodo di incubazione della malattia e il tempo tra l’insorgenza dei primi sintomi e la diagnosi tramite test col tampone, ritengo che siamo molto vicini a poter verificare gli eventuali effetti della maggiore circolazione delle persone. Nella speranza che, anche grazie ai comportamenti corretti, gli effetti possano essere contenuti”.

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