Deve ancora essere scritta la recensione perfetta di questo libro. Parole che sappiano raccontare ed entrare nel fluire teso, coinvolgente, filosofico di "Nessuno Scompare Davvero" (SUR, pp. 243, 16,50 euro, traduzione di Teresa Ciuffoletti).

Un romanzo incredibilmente bello, che si svolge interamente nel pensiero di Elyria. Il suo passato, il suo presente, la sua assenza di prospettiva, la sua corsa fuori da, sono la furia di un bufalo/inconscio. Elyria tenta di scomparire dalla tranquilla vita coniugale, realizzata dopo la perdita della sorella adottiva, e nonostante l’irrequietezza della depressione della madre. Fugge, scalpita, e intanto Catherine Lacey riflette le realtà, fa un uso magistrale della narrazione e del linguaggio spostando punti di vista, racconti e flussi di pensiero. La vita viene spinta nella sua essenza più profonda e nell’onestà di essere se stessi fino ad un punto di non ritorno e, mischiando ironia e filosofia, l’autrice sa condurci nella mente della protagonista in un avvincente monologo attraverso cui ridere e piangere.

E così scopriamo il bufalo che abita dentro Elyria e mentre lei lo domina o si lascia dominare noi riconosciamo il nostro personale bufalo interiore. Lacey ci offre quindi uno specchio e la possibilità di guardarci dentro o romperlo in mille pezzi in barba ai sette anni di sfortuna, e il bufalo siamo noi anche se non tutti lo vogliamo sapere. Allora si può scegliere di fare pessima recensione di bellissima letteratura o ammettere di aver trovato le parole per dirlo, quel bufalo, e con Elyria fuggire e non ritornare. "Lui mi spiegò: È una cosa che ha scritto Virginia Woolf: Momento, resta, perché sei così bello, o qualcosa del genere, e io gli chiesi: E tu ti senti così? […] E lui rispose: Sì, e io in parte ero d’accordo con lui, perché sì, anch’io ero innamorata e volevo rimanerci, ma allo stesso tempo provavo una specie di rabbia, una specie di delusione, perché quel momento era passato non appena lui gli aveva chiesto di restare".

Condividi questo articolo