«È ora che a Prato vengano compiute operazioni forti e incisive per reprimere gli abusi. Che si tratti di incidenti gravi o di illegalità, e indipendentemente che si parli di italiani o di persone di altre provenienza, quando emergono dei problemi a rimetterci è la reputazione delle aziende perbene. Continueremo a far pressione sulle autorità perché a Prato i controlli siano sempre più efficaci».

Sono le parole con cui il presidente della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord Maurizio Sarti accompagna la diffusione dei dati sugli infortuni sul lavoro a Prato tra il 2015 e il 2019, con cui l'associazione intende rispondere al servizio di La7 che così tante polemiche ha suscitato nei giorni scorsi (ne abbiamo parlato anche noi nell'ultima newsletter, iscriviti qui).

"Gli infortuni sul lavoro denunciati all'Inail nella provincia di Prato (tutti gli infortuni, compresi quelli ‘in itinere’, cioè avvenuti durante il tragitto per recarsi al lavoro) per il totale delle attività manifatturiere e di servizi sono stati nel quinquennio in media il 5,2% sui lavoratori assicurati. Limitandosi al solo settore manifatturiero - si legge nella nota - la media del quinquennio provinciale scende a 2,5%: un risultato già molto buono che si contrae ancora se si considera il solo settore tessile, per il quale Prato presenta una media di 1,6% denunce di infortunio sul totale dei lavoratori assicurati. In valori assoluti - sempre ragionando sulle medie del quinquennio - sui 16.109 assicurati Inail del tessile della provincia di Prato le denunce annue complessive sono 255; escludendo gli infortuni in itinere, si scende ancora a 206. Circa la gravità degli incidenti, nel quinquennio quelli non in itinere con esito purtroppo mortale sono stati nel manifatturiero due, uno dei quali nel tessile (il dato comprende solo i decessi sul lavoro già definiti come tali dall'Inail: è possibile che vi siano procedimenti giudiziari ancora in corso che potrebbero farne aumentare il numero).

"Il tessile peraltro si evidenzia anche a livello nazionale e regionale come un settore con denunce di infortunio più contenute rispetto al resto del manifatturiero (1,7% rispetto al 4,4% in Italia, 1,7% rispetto a 4,2% in Toscana): Prato è quindi in linea con il dato italiano e toscano riguardo al tessile. Quest'ultimo, poi, con la sua forte concentrazione nel territorio pratese contribuisce in maniera decisiva a tenere basso il dato generale del manifatturiero provinciale con il già citato 2,5% di denunce sul totale degli assicurati".

«Non vogliamo assolutamente minimizzare il problema sicurezza a Prato, né nel tessile né in altri settori  ma solo difendere il buon nome del nostro distretto e non vederlo denigrato come se fosse un inferno dantesco. Non è così e i dati lo dimostrano - ha detto il vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Francesco Marini - Metteremo questi dati a disposizione dei soci perché sappiano cosa rispondere di fronte ad accuse infamanti e generalizzate come quelle a cui abbiamo assistito. La nostra associazione lavora intensamente su questo piano con informativa, consulenza, assistenza e con un'attività di formazione che ha coinvolto nel 2019 2000 persone e che ha continuato a funzionare anche nel 2020, formando altre 1700 persone. Chi opera correttamente crede che la sicurezza sia un dovere sul piano umano ma anche su quello imprenditoriale, dato che la reputazione aziendale è fondamentale. Chi si pone in un'ottica diversa, infrange le regole e delinque deve essere individuato e sanzionato».

Il rapporto completo di Confindustria qui.

Qui il computo dei morti sul lavoro a Prato e in Toscana negli ultimi 10 anni.

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