Riceviamo e pubblichiamo la lettera che il sindaco di Prato Matteo Biffoni ha inoltrato questa mattina, 29 maggio, al ministro per l’istruzione Lucia Azzolina. Biffoni chiede di riaprire le scuole e garantisce la totale disponibilità a far svolgere le lezioni in totale sicurezza fino al prossimo 30 giugno.
Ecco la lettera.
Gentile Ministro,
permettimi innanzitutto di esprimerTi tutta la mia personale solidarietà per le offese e minacce di cui sei stata oggetto, atteggiamenti vergognosi per i quali mi auguro vengano individuati presto i responsabili.
Ti scrivo per manifestarTi il mio disagio e la mia incapacità di comprendere quanto sta accadendo in relazione alla impossibilità di riaprire le scuole e alla sospensione, fatta salva la didattica on line, delle lezioni nelle scuole di ogni ordine e grado.
Ho ben chiaro che si tratta di una sfida immensa, soprattutto se penso alla difficoltà di riaprire in sicurezza i nidi e tutte le attività per la fascia 0-6, ma davvero da sindaco non riesco a trovare alcuna spiegazione (se non adagiandomi, un po’ troppo aprioristicamente, sulle statuizioni del Comitato Tecnico Scientifico) circa il perché, in un Paese in cui siamo riusciti, anche seguendo le indicazioni del CTS stesso, a far tornare in sicurezza i lavoratori nelle fabbriche, a far riaprire i ristoranti e i pub, a riattivare gli stabilimenti balneari o le palestre, in cui stiamo regolamentando l’attività dei cinema, nel rispetto delle misure contro la diffusione del virus, non si sia in grado, in un qualche modo, di far ripartire la scuola, di riportare i nostri ragazzi a lezione. Non lo capisco io, nonostante la buona volontà, e quindi non riesco a spiegarlo ai tanti cittadini, studenti, genitori insegnanti, che mi chiedono di far in modo che, pur con le dovute precauzioni, si possano riprendere le lezioni, di incontrare ancora qualche volta i propri alunni, insomma di riaprire le scuole. Davvero, mi appare incomprensibile, inafferrabile.
Trovo perfino pleonastico rappresentare a Te, Ministro, quanto la scuola sia un pilastro fondamentale della società per i valori che rappresenta: la formazione, la relazione sociale, l’inclusione, la crescita dei bambini e ragazzi anche come cittadini e segnalarTi quanto tornare a fare lezione, anche con modalità diverse, nuove, perfino ridotte, avrebbe molto più che un significato simbolico e quanto sarebbe essenziale per riprendere tutti quelle funzioni che la scuola svolge e che la didattica a distanza, pur preziosa in questi mesi di lockdown, non può garantire.
E allora mi permetto di avanzare, con tutto il vigore possibile, una proposta. Dando per acquisita la disponibilità degli insegnanti a fare lezione fino al 30 giugno, data in cui termina il calendario della scuola dell’infanzia, anziché rinunciare a un mese importantissimo per i nostri studenti e ragazzi, riapriamo le aule, autorizzando l’ingresso a gruppi contingentati, magari a orari ridotti, con mascherine e gel sanificante. Chiedete ai Sindaci – io fin da ora do la mia totale, incondizionata disponibilità – di mettere a disposizione altri spazi oltre i plessi scolastici: giardini pubblici, impianti sportivi, musei sono tutti luoghi in cui si può spiegare La Divina Commedia, si può interrogare a storia o scienze, si può fare lezione di musica o arte, fare attività motoria, insomma si possono far fare molte attività ai nostri ragazzi in sicurezza. Per agevolare tutto questo, regolamentiamo orari e accessi, chiediamo un aiuto al Volontariato se serve, muniamoci di una apposita assicurazione. E poi proviamo a farlo, come ha fatto la maestra Francesca, insegnante di una scuola materna della mia città che al parco legge racconti per i suoi piccoli studenti, accompagnati dai genitori, in totale sicurezza.
Ti chiedo uno sforzo, condividi con noi questa battaglia perché non voglio e non posso rassegnarmi al fatto che tutto riapra ad eccezione della scuola, il luogo dove si formano i nostri cittadini, cresce la comunità, si creano le basi per l’inclusione e l’uguaglianza sociale. Fiducioso nel Tuo impegno per la scuola, attendo un gentile riscontro.
Cordiali saluti, Matteo Biffoni