Il Dcpm del 17 maggio – quello che regolamenta la cosiddetta Fase 2 – spiega come annunciato anche quali sono le possibilità per i minori nei prossimi mesi, in attesa della riapertura della scuola prevista per settembre.

L’allegato 8, diviso in tre articoli, contiene le “Linee guida per la gestione in sicurezza di opportunità organizzate di socialità e gioco per bambini ed adolescenti nella fase 2 dell’emergenza covid-19” e affronta soprattutto l’accesso dei minori ai parchi pubblici,  i centri estivi all’aperto e all’eventuale utilizzo di strutture già deputate all’infanzia (ludoteche, centri per famiglie, oratori).

Parchi pubblici

Il primo articolo riguarda l’accesso dei minori, anche di età inferiore ai 3 anni, ai parchi pubblici a partire dal prossimo 18 maggio con genitori o adulti familiari.

I bambini da 0 a 14 anni dovranno essere accompagnati da un genitore o di un altro adulto familiare, anche non parente. Dai 14 ai 17 anni si potrà accedere da soli. Il Comune di Prato deve ancora riaprire quelli chiusi a causa dell’emergenza.

Il gestore dello spazio deve:

1. Mettere a disposizione personale per la realizzazione delle funzioni di: a) manutenzione e controllo periodico; b) pulizia periodica degli arredi; c) supervisione degli spazi. 2. Eseguire manutenzione ordinaria dello spazio: a) definendo e controllando dei suoi confini; b) eseguendo controlli periodici dello stato delle diverse attrezzature in esso presenti con pulizia approfondita e frequente delle superfici più toccate, almeno giornaliera, con detergente neutro. 3. Eseguire la supervisione degli spazi, verificando in particolare che: a) i bambini e gli adolescenti siano accompagnati da adulti; b) tutte le persone che accedono siano dotate di mascherine se di età superiore ai 3 anni, e che non si determinino densità fisico tali da pregiudicare il rispetto delle prescrizioni sul distanziamento fisico (almeno un metro fra ogni diversa persona presente nell’area).

Responsabilità del genitore o dell’adulto familiare accompagnatore (o del ragazzo se almeno 14enne):

1) Attuare modalità di accompagnamento diretto del bambino o dell’adolescente con particolare riguardo ai bambini nei primi 3 anni di vita e in caso di soggetti con patologie neuropsichiatria infantile (NPI), fragilità, cronicità, in particolare:

a) in caso di bambini da 0 a 3 anni, utilizzare una carrozzina, un passeggino o similari, oppure, se il bambino è in grado di deambulare autonomamente, garantire il controllo diretto da parte dell’adulto accompagnatore;
b) in caso di bambini o adolescenti da 0 a 17 anni con patologie NPI, fragilità, cronicità, garantire la presenza di un adulto accompagnatore (nota bene: in caso di ragazzi di almeno 14 anni, non è necessario l’accompagnatore adulto, mentre si attribuisce al ragazzo stesso, sotto la sorveglianza degli operatori che vigilano sull’area, la responsabilità di mantenere il distanziamento fisico);

2) garantire in ogni caso il rispetto delle prescrizioni sul distanziamento fisico.

Centri Estivi all’aperto

dette anche “Attività organizzate per i bambini di età superiore ai 3 anni e gli adolescenti, con la presenza di operatori addetti alla loro conduzione, nel contesto di parchi e giardini o luoghi similari (fattorie didattiche, ecc.).

Accesso al servizio

1) da parte di tutti i bambini ed adolescenti a partire dai 3 anni di età, si intende che il progetto deve preferibilmente essere circoscritto a sottofasce di età in modo da determinare condizioni di omogeneità fra i diversi bambini e adolescenti accolti; a tale scopo, per esempio, possono essere distinte fasce relative alla scuola dell’infanzia (dai 3 ai 5 anni), alla scuola primaria (dai 6 agli 11 anni) ed alla scuola secondaria (dai 12 ai 17 anni);
2) mediante iscrizione è il gestore a definire i tempi ed i modi d’iscrizione dandone comunicazione in modo pubblico e con congruo anticipo rispetto all’inizio delle attività proposte, con criteri di selezione della domanda da definirsi nel caso di domande superiori alla ricettività prevista.

Rapporto numerico minimo

Il rapporto numerico minimo fra operatori, bambini ed adolescenti sarà graduato in relazione all’età dei bambini o adolescenti stessi, come segue:

1) per i bambini in età di scuola dell’infanzia (da 3 a 5 anni) è consigliato un rapporto di un adulto ogni 5 bambini;
2) per i bambini in età di scuola primaria (da 6 ad 11 anni) è consigliato un rapporto di un adulto ogni 7 bambini;
3) per gli adolescenti in età di scuola secondaria (da 12 a 17 anni) è consigliato un rapporto di un adulto ogni 10 adolescenti.

Procedure sanitarie

Qui entriamo in un ambito che abbiamo finora abbiamo visto solo all’estero.

Oltre alle classiche indicazioni di lavarsi le mani, indossare la mascherina, stare lontani almeno un metro e non toccarsi il viso e per quanto riguarda la struttura ospitante, la pulizia almeno giornaliera di arredi e strutture, una parte importante è certamente quella delle procedure di ingresso e di uscita dai luoghi deputati alle attività per bambini.

I punti di accoglienza – si legge nell’allegato – devono essere all’esterno o in un opportuno ingresso separato dell’area o della struttura per evitare che gli adulti accompagnatori entrino nei luoghi adibiti allo svolgimento delle attività. È inoltre necessario che gli ingressi e le uscite siano scaglionati almeno tra i 5 ed i 10 minuti.

Quando possibile, è opportuno che i punti di ingresso siano differenziati dai punti di uscita, con individuazione di percorsi obbligati.

Nel punto di accoglienza deve essere disponibile una fontana o un lavandino con acqua e sapone oppure di gel idroalcolico per l’igienizzazione delle mani del bambino o dell’adolescente prima che entri nella struttura. Similmente, il bambino o l’adolescente dovrà igienizzarsi le mani una volta uscito dalla struttura prima di essere riconsegnato all’accompagnatore.

La procedura di triage deve prevedere in particolare le seguenti verifiche alternativamente:

1) chiedere ai genitori se il bambino o l’adolescente abbia avuto la febbre, tosse, difficoltà respiratoria o è stato male a casa; 2) dopo aver igienizzato le mani, verifica della temperatura corporea con rilevatore di temperatura corporea o termometro senza contatto, da pulire con una salvietta igienizzante o del cotone imbevuto di alcool prima del primo utilizzo ed alla fine dell’accoglienza; ed in caso di possibile contaminazione, ad esempio se il bambino o l’adolescente inavvertitamente entra in contatto con lo strumento o si mette a tossire durante la misurazione.

La stessa procedura va posta in essere all’entrata per gli operatori, che, se malati, devono rimanere a casa ed allertare il loro medici di medicina generale (MMG) ed il soggetto gestore.

Centri estivi nelle strutture dedicate all’infanzia

dette anche “Attività ludico-ricreative – centri estivi – per i bambini d’età superiore ai 3 anni e gli adolescenti con la presenza di operatori addetti alla loro conduzione utilizzando le potenzialità di accoglienza di spazi per l’infanzia e delle scuole o altri ambienti similari (ludoteche, centri per famiglie, oratori, ecc.). Dal mese di giugno.

I criteri di accesso saranno gli stessi che per gli spazi all’aperto, si legge nell’allegato, tranne in caso di un numero di domande superiori alla ricettività prevista. Allora “deve essere redatta una graduatoria di accesso che tenga conto di alcuni criteri, quali ad esempio: a) la condizione di disabilità del bambino o adolescente; b) la documentata condizione di fragilità del nucleo familiare di provenienza del bambino ed adolescente; c) il maggior grado di impegno in attività di lavoro da parte dei genitori del bambino ed adolescente”.

Tutte le altre informazioni sulle linee guida per utenti e gestori si trovano in questo allegato.

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